Sono una lettrice della Allende. Ossia ho letto TUTTI i libri della Allende, la amo, è una delle mie autrici preferite.
Però.
Ho già usato un "però" parlando de Il quaderno di Maja e oggi ne uso uno ancora più grande. Un grande PERO'.
Andiamo diretti al sodo: questo libro non mi è piaciuto. Isabel Allende ha voluto cimentarsi con una tipologia di romanzo totalmente nuova per lei: il thriller.
Ora, forse io sono condizionata dal fatto che avendo letto e amato i libri della Allende (fino a Il quaderno di Maya), mi aspetto sempre di immergermi nel suo mondo magico, caldo, sensuale e coraggioso di donne forti sudamericane che lottano per raggiungere ciò che vogliono, ciò in cui credono. Quindi forse la novità del thriller (genere che tra l'altro non amo particolarmente) mi ha disorientata.
Forse sono una conservatrice in fatto di gusti letterari e se imparo a conoscere un autore sotto una certa veste, scoprirlo sotto una completamente diversa non mi piace. Forse.
Però.
Però secondo me a questo romanzo manca qualcosa: è come se qualcuno che ha sempre cucinato torte meravigliosamente buone, a più strati, farcite con la più squisita delle creme pasticciere e ricoperte del più fine cioccolato, si trovasse a dover preparare una crostatina light.
Impresa difficilissima, scometto che si sentirebbe non completamente a suo agio e avesse la tentazione, fortissima, di aggiungere un po' di burro qua e là.
Ecco, questa è la descrizione che secondo me calza a pennello per la Allende che scrive un thriller: forse le andava un po' stretto, forse non era proprio a suo agio e, in alcune parti, è "scivolata" un po'.
Ma ora sono curiosa, qualcuno di voi ha letto "Il gioco di Ripper"? Qualche lettrice accanita della Allende come me ha voglia di farmi sapere le sue impressioni?
In attesa, vi auguro di godere di questo meraviglioso e rigenerante week end lungo!