"Moshi Moshi" vuol dire "Pronto?" in giapponese e racconta la storia triste, ma anche piena di speranza, di una figlia e una madre che perdono il padre e marito in maniera tragica.
Due dolori molto grandi, molto diversi eppure simili. Per superare il proprio, Yoshie, la figlia, si traferisce nel quartiere bohèmienne di Shimokitazawa seguita, a breve distanza di tempo, dalla madre. Inizia così una convivenza che piano piano le aiuterà, grazie alla sola presenza fisica dell'altra, ad elaborare il dolore, ad accettarlo e a capire che un'altra vita è possibile.
Un romanzo triste, sì, che parla di morte, ma anche di rinascita, di coraggio e
di speranza con il linguaggio leggero ed evocativo che amo tanto in Banana Yoshimoto.
Voi avete degli autori preferiti? Di cui possedete tutte le opere? Io vi ho già parlato di Isabel Allende...per ben tre volte (qui, qui e qui) e Jostein Gaarder, ora sapete che amo anche Banana Yoshimoto!
Buon week end!
Di Banana Yoshimoto non ho mai letto niente, ma mi ha sempre affascinato molto, sarà per il nome...E' da un pò però che i suoi libri mi tentano. Io invece amo molto Margaret Mazzantini,i sui libri li ho letti tutti e mi piace perchè riesce a descrivere le emozioni e le sensazioni, ti fa dire "si, è proprio così, proprio come l'ho provato io"
RispondiEliminaAmo Banana Yoshimoto, appena esce un libro corro a comprarlo e aspetto una giornata libera per leggerlo tutto d'un fiato e immergermi completamente nel suo mondo, come hai detto tu, leggero ed evocativo come il suo linguaggio... questo in particolare mi è piaciuto moltissimo! Buona lettura Mara!
RispondiEliminaanche io sono un 'amante di banana..ho letto tutto e ogni volta che finisco un suo libro mi sento un po orfana delle sue atmosfere finchè non esce qualcosa di nuovo.....mi piace il suo mondo soffuso i rapporti strampalati e il cibo giapponese che inserisce sempre...
RispondiEliminae poi mi piacciono i tuoi gusti...proponi sempre ambienti e oggettini magici che mi rcordano infanzie sognate
a presto